Un progetto per pre adolescenti e adolescenti

La regione Lig­uria sta preparan­do una con­ven­zione con le dio­ce­si lig­uri per sostenere lo sfor­zo educa­ti­vo, post-pan­demia riv­olto a ado­les­cen­ti e preadolescenti.

E’ una buona notizia e rima­ni­amo in atte­sa di conoscere bene le indi­cazioni del­la con­ven­zione e svilup­parne i contenuti,

Ma riflet­ti­amo un atti­mo solo sui ter­mi­ni del progetto.

Pre-Ado­les­cen­ti. Chi sono? Il pre-ado­les­cente è il ragazzo/a che va tra i 12 e i 14 anni. E’ quel­la età che non più bambino/a non anco­ra gio­vane né pien­amente ado­les­cente è l’età più abban­do­na­ta e meno cura­ta dall’intero sis­tema educa­ti­vo ital­iano. L’adolescente è infat­ti più attraente; già mez­zo uomo/donna ragiona, è qua­si svilup­pa­to nel fisi­co, indipen­dente abbas­tan­za nelle cose di autono­mia spic­ci­o­la. Il pre ado­les­cente invece ha carat­ter­is­ti­ca anco­ra tipiche del bam­bi­no, spes­so non sa assumer­si una respon­s­abil­ità, non la regge nel tem­po; ha uno sfasa­men­to forte tra fisi­co, volon­tà e emozioni. I gen­i­tori non san­no come pren­der­lo. Pic­co­lo ma già alto un metro e ottan­ta o al con­trario dall’aspetto di un bam­bi­no pic­co­lo ma già qua­si quindi­cenne. Tut­ti lo guardano sospet­tosi. E’ in piena trasfor­mazione. Si è ten­tati di ten­er­lo per mano ma lui non vuole più. E tut­tavia ha bisog­no anco­ra di tut­to. Neanche la legge lo con­sid­era al di sot­to dei 14 anni. Eppure bas­ta osser­var­li spes­so han­no l’aspetto di un adul­to. Estranei spes­so a loro stessi.

Ma il pread­o­les­cente, che in genere fre­quen­ta le scuole medie appare al ter­mine del­la pri­ma media, si con­cen­tra in sec­on­da e terza media sfio­ran­do i pri­mi mesi delle supe­ri­ori, per poi diventare un ado­les­cente vero e pro­prio: è pro­prio il pane quo­tid­i­ano del Movi­men­to Ragazzi. E’ l’età vera e pro­pria in cui si for­ma il carat­tere , in cui si pon­gono basi per una ado­lescen­za che non sia una vera e pro­pria guer­ra mon­di­ale. E’ l’età in cui i ragazzi ne com­bi­nano di ogni col­ore, si met­tono alla pro­va, sfi­dano i gran­di, han­no bisog­no di essere appog­giati da qual­cuno che non si spaven­ti di loro ma sap­pia guardare in loro la grandez­za di Dio che si man­i­fes­ta nel­la novità di un uomo/donna nuo­vo! I dodi­cen­ni sono affasci­nan­ti, liberi, sin­ceri, capaci di qual­si­asi grandez­za e qual­si­asi scioc­chez­za. Bisog­nosi del grup­po, del bran­co ma bisog­nosi di una pro­pria per­son­ale iden­tità. In essi esplode l’affettività anco­ra immatu­ra total­mente ma che cer­ca dis­per­ata­mente di amare ed essere ama­ta. Spaven­tano, non bam­bi­ni, non gran­di…… a volte inca­paci anco­ra di veri ragion­a­men­ti…… gli adul­ti così se ne dis­tac­cano e li las­ciano andare “ora­mai è grande”!

Grande un corno! E allo­ra loro cer­cano pun­ti di rifer­i­men­to, su inter­net, nei tele­foni­ni, ovunque. Stan­no las­cian­do il como­do cor­ri­mano dei gen­i­tori ma anco­ra non han­no affer­ra­to il cor­ri­mano del­la vita. Noi adul­ti che cer­chi­amo con­ferme e sicurezze con loro per­diamo la bus­so­la, non ci ori­en­ti­amo, ci richi­u­di­amo in noi stes­si o all’opposto inva­di­amo il loro cam­po e ci sos­ti­tu­iamo a loro.

Grande sfi­da quel­la dei pread­o­les­cen­ti. Occor­rono luoghi dove essi pos­sono ritrovar­si, avere pun­ti di rifer­i­men­to oltre ai loro genitori.

E qui ecco il prog­et­to. “Semi di ven­to” . Sem­i­nare pun­ti luce dove i ragazzi trovano chi li accoglie. Diventare semi di sper­an­za, di accoglien­za. Chi­ami­amoli doposcuo­la, chi­ami­amoli scuole del­la pace, chi­ami­amoli ora­tori, chi­ami­amoli locan­de. Ma impeg­ni­amo­ci come comu­nità cris­tiana a viver­li, aprir­li, gestir­li, coor­di­narli, offrir­li. Il Movi­men­to c’è!!!

Ado­les­cen­ti : L’adolescente con le sue tris­tezze, i suoi entu­si­as­mi le sue alta­l­ene emo­tive è decisa­mente più affasci­nante. Il mon­do con­sum­ista lo corteggia, lo insegue. Gli adul­ti ne sono spaven­tatis­si­mi. Li vor­reb­bero chiusi in casa ma che escano, dedi­ti allo stu­dio oltre ogni lim­ite ma alle­gri, tut­ti a pos­to sen­ti­men­tal­mente ma con chi va bene a mam­ma e papà, molto seri ma non noiosi, attac­cati a mam­ma e papà ma agli occhi degli altri che appa­iano indipen­den­ti. Insom­ma proi­et­ti­amo su di loro tut­ta la nos­tra con­fusa ado­lescen­za non risol­ta. Loro avreb­bero bisog­no del­la seren­ità dei loro gen­i­tori più che di dis­cor­si o prediche , che pure ricer­cano e ascoltano oltre ogni appar­ente rifi­u­to. Anche qua la ten­tazione di noi adul­ti è di mol­lare la pre­sa, sparire, abban­donare, las­cia­re il cam­po ad altri edu­ca­tori. Del resto nell’età del­la ado­lescen­za la pre­sa sei costret­to a mol­lar­la…… ma non a mol­lare il mes­sag­gio educa­ti­vo, la tes­ti­mo­ni­an­za, la relazione. Spes­so gli ado­les­cen­ti si sentono soli nel loro per­cor­so, non sentono da parte degli adul­ti la nec­es­saria lib­ertà nel trat­tar­li. Invece con loro occorre appren­dere la fat­i­ca del­la relazione. Stan­no crescen­do, si stan­no for­man­do, abbi­amo a che fare con qual­cosa di nuo­vo. Al ter­mine dell’adolescenza avre­mo da con­tem­plare e bas­ta. Ci par­rà impos­si­bile e invece…

Altro tema grande è quan­do finis­ca l’adolescenza. Nel mon­do di oggi pare non finire mai. Di adul­ti ado­les­cen­ti ne è pieno il mon­do. Eppure un proces­so educa­ti­vo dovrebbe avere il cor­ag­gio di dare un ter­mine. Arrivare a dis­cernere le pro­prie respon­s­abil­ità. Rispon­dere in pri­ma per­sona. Ecco un adul­to. E’ nec­es­sario avere 30 anni? 35? Ci vuole cer­ta­mente un lavoro, una autono­mia. Ci può essere una fase di gioven­tù che fa entrare nell’adulto, sep­pur ancor gio­vane. Ma trascinare l’adolescenza a età impens­abili non è forse la stra­da migliore. A un cer­to pun­to si trat­ta di impara­re a scegliere. Ma rima­ni­amo all’età per noi impor­tante 14/18 anni …19? ma non di più. Anche di ques­ta età la comu­nità cris­tiana ha il dovere di occu­par­si, di fornire pun­ti e pon­ti di accom­pa­g­na­men­to; edu­ca­tori, spazi. Anche qua spazio alla fan­ta­sia ma occorre agire per pen­sare a questo. Il Papa Francesco ci ha pun­go­la­to nel­la Cristus Viv­it ma …

Post-pan­demia: è il peri­o­do che ci toc­ca ammes­so che esista una post pan­demia e non entri­amo in una nuo­va era pan­dem­i­ca sof­fusa e dif­fusa con cui fare i con­ti in una ter­ra mala­ta. E’ chiaro che ado­les­cen­ti e pre ado­les­cen­ti che vivono asse­tati di relazioni e crescono solo sper­i­men­tan­do relazioni tra coetanei e tra loro e gli adul­ti han­no pati­to l’inverosimile le chiusure, la pau­re, le ribel­lioni, le illu­sioni, gli stop and go di questi ulti­mi due anni. Psi­colo­gi, psichi­a­tri soci­olo­gi ce lo rac­con­tano ogni giorno ma noi inseg­nan­ti e gen­i­tori non abbi­amo bisog­no del­la rete per capire ciò che è sot­to i nos­tri occhi. Le fragilità aumen­tano i prob­le­mi si molti­pli­cano. La chiesa si schiera accan­to a loro con l’insolita inizia­ti­va del Papa di chia­mare a se pread­o­les­cen­ti e ado­les­cen­ti il giorno di Pas­quet­ta. Ma come e i rischi? Osser­van­do ogni pre­cauzione ma dob­bi­amo occu­par­ci di loro. Chiuse le chiese, chiusi gli sport, chiuse le scuole da far­si in DAD, sti ragazzi han­no una sola opzione: andare dove si spende. Li si, li puoi. In sicurez­za naturalmente.

E allo­ra aprire “spazi di incon­tro” gra­tu­iti non solo eco­nomi­ca­mente ma nelle relazioni è il nos­tro com­pi­to di chiesa oggi. E il 18 aprile sarà solo un seg­no. Poi dovre­mo cam­minare. Aiu­tati un min­i­mo anche dal­la soci­età civile ma soprat­tut­to con le nos­tre gambe con il nos­tro entu­si­as­mo, la nos­tra voglia di crescere insieme. Aprire luoghi, fisi­ci e non, di relazione e incon­tro, di cam­mi­no, di pre­sen­za. Ripuntare gli occhi sul cam­mi­no, sul­la sper­an­za e non solo sul virus e le sue pau­re. Ogni comu­nità deve sen­tir­si chia­ma­ta a questo grande gesto di amore. Preghi­amo per questo per­ché noi come Movi­men­to pos­si­amo aiutare tut­ti a fare questo. Del resto è il nos­tro pane di ogni giorno e mai abbi­amo smes­so di far­lo nem­meno in questi due anni.

Don Ful­ly