Don Ga

Movimento ragazzi

Il Movimento Ragazzi

Nel 1969, In un peri­o­do par­ti­co­lar­mente dif­fi­cile e seg­na­to da sof­feren­za, don Ga matu­ra attra­ver­so dis­cus­sioni ser­ali a Mon­t­ele­co con i suoi gio­vani edu­ca­tori, l’idea di un “movi­men­to” del quale carat­ter­is­ti­ca prin­ci­pale sia l’apertura ver­so ogni tipo di realtà. L’intento è quel­lo di fon­dare un grup­po di edu­ca­tori capace di relazionar­si con tutte le asso­ci­azioni interne alla Curia e pre­sen­ti sul ter­ri­to­rio gen­ovese. Nasce così il pri­mo nucleo del “Movi­men­to Ragazzi”, cos­ti­tu­ito uffi­cial­mente nel 1972, con sede nel­la palazz­i­na in Sali­ta Li Gob­bi, in quel­la che viene chia­ma­ta “Casa Gio­van­ni XXIII

La fondazione

Dopo ven­ticinque anni di attiv­ità nel mon­do dei ragazzi svol­ta nell’ambito del­la Azione Cat­toli­ca don Ga si tro­va ad affrontare due even­ti di fon­da­men­tale impor­tan­za per la sua espe­rien­za sac­er­do­tale: la chiusura del Con­cilio Vat­i­cano II con la pub­bli­cazione dei doc­u­men­ti prodot­ti, che don Ga accoglie con grande entu­si­as­mo, e le con­tes­tazioni e i movi­men­ti nati nel 1968. L’Azione Cat­toli­ca, come tut­to il mon­do cat­toli­co gen­ovese, si tro­va a vivere un peri­o­do di pro­fon­da crisi: ven­gono sci­olte con­sul­ta e con­siglio dioce­sano, la direzione dell’Azione Cat­toli­ca è riu­ni­fi­ca­ta e affi­da­ta al Vesco­vo ausil­iare. In questo ass­es­ta­men­to, non vi è pos­to per un prete “sco­mo­do” come don Gas­pare. Così nel 1969, don Ga si dimette dall’incarico di assis­tente dell’Azione Cat­toli­ca tenu­to per 25 anni. Le ragioni di ques­ta sof­fer­ta deci­sione sono abbas­tan­za pale­si. Egli rap­p­re­sen­ta la porzione di clero entu­si­as­ta del Con­cilio, atten­ta alle con­dizioni sociali del­la popo­lazione e alle dinamiche inter­nazion­ali in un mon­do sem­pre più proi­et­ta­to alla mon­di­al­ità e sem­pre meno al servizio degli ulti­mi. Nelle sue omelie a Mon­t­ele­co non è raro sen­tir­lo predi­care che “bisogna inseg­nare a diventare uomi­ni, attuare tut­ti i dirit­ti umani, per­ché un uomo affam­a­to dif­fi­cil­mente si ric­on­cil­ia con Dio”. In questo peri­o­do, il solo incar­i­co a cui viene affida­to è la ges­tione di Mon­t­ele­co. Don Ga affronta un momen­to di forte crisi di coscien­za, trovatosi all’improvviso fuori dalle sue attiv­ità, all’interno di una Chiesa gen­ovese res­tia ad appli­care le ten­den­ze conciliari.

Il Car­di­nale Siri, tut­tavia, conoscen­done il caris­ma e le doti, chiede a don Ga la disponi­bil­ità per un altro tipo di servizio, non più la for­mazione dei gio­vani dell’Azione Cat­toli­ca, ben­sì la for­mazione e la cresci­ta spir­i­tuale dei ragazzi “ai mar­gi­ni del­la Chiesa”. Un servizio ver­so col­oro che sono lon­tani dalle realtà par­roc­chiali o dall’associazionismo cris­tiano, ai con­fi­ni del cat­to­lices­i­mo ma non anco­ra del tut­to estranei, per creare un’iniziativa capace di far emerg­ere le loro qual­ità, di rein­serir­li in un mon­do cris­tiano “di fron­tiera”. Nasce così, nel 1969, dopo un peri­o­do di angos­cia e di sof­feren­za, la nuo­va crea­tu­ra di don Ga, il Movi­men­to Ragazzi, che ver­rà poi riconosci­u­to uffi­cial­mente con decre­to car­di­nal­izio nel 1972. 

Archivio: Movimento Ragazzi, la fondazione.

Iniziative

La mis­sione del Movi­men­to è ded­i­ca­ta a ogni ragaz­zo, con par­ti­co­lare atten­zione a quel­li più deboli e “ai mar­gi­ni”. In rispos­ta a tale obi­et­ti­vo, fino dalle sue orig­i­ni, il Movi­men­to ha mes­so in atto inizia­tive che avessero carat­ter­is­tiche di social­iz­zazione e di pro­mozione per­son­ale e che fos­sero anche occa­sione, per i suoi edu­ca­tori di pre­sa di con­tat­to e conoscen­za diret­ta del mon­do dei gio­vani. In tale spir­i­to, per­tan­to, il Movi­men­to Ragazzi ha dato vita alla Ban­ca cam­bio, al Tele­fono ami­co, a Radio 102, alle vis­ite al carcere mino­rile di Bosco­maren­go, al Doposcuo­la. Alcune di queste inizia­tive sono state occa­sione per instau­rare rap­por­ti di col­lab­o­razione, tut­to­ra in atto, tra Movi­men­to Ragazzi ed Enti pub­bli­ci e altre Asso­ci­azioni ded­i­cate ai più deboli.

In tale spir­i­to, per­tan­to, il Movi­men­to Ragazzi ha dato vita alla Ban­ca cam­bio, al Tele­fono ami­co, a Radio 102, al le vis­ite al carcere mino­rile di Bosco­maren­go, al Doposcuo­la. Alcune di queste inizia­tive sono state occa­sione per instau­rare rap­por­ti di col­lab­o­razione, tutt­to­ra in atto, tra Movi­men­to Ragazzi ed Enti pub­bli­ci e altre Asso­ci­azioni ded­i­cate ai più deboli.

BANCA CAMBIO
La “Ban­ca Cam­bio” è nata in un momen­to stori­co in cui le risorse eco­nomiche, nel­la gran parte delle famiglie, era­no lim­i­tate , per cui l’accesso a gio­cat­toli, gior­nali­ni, lib­ri, fig­urine ed altri beni per ragazzi era proibiti­vo. La ban­ca, oltre che a sede di scam­bio , è diven­ta­ta presto luo­go di incon­tro tra i ragazzi, oppor­tu­nità per conoscer­si e per strin­gere ami­cizia. In par­ti­co­lar modo, tale inizia­ti­va è un esem­pio tan­gi­bile di una pos­si­bile sol­i­da­ri­età umana, una conc­re­ta pro­pos­ta nel­la quale è richiesto a ognuno di met­tere da parte il pro­prio ego­is­mo e il sen­so di pro­pri­età per vivere i van­tag­gi del “met­tere in comune”. Ne risul­ta, ovvi­a­mente, una inizia­ti­va attra­ver­so la quale don Ga ha volu­to trasmet­tere ai ragazzi il sen­so del donare gra­tuita­mente come stru­men­to di real­iz­zazione del­la pro­pria personalità.
 
 

TELEFONOAMICO SEGRETO
Per i ragazzi il peri­o­do trascor­so a Mon­t­ele­co era una occa­sione stra­or­di­nar­ia di aper­tu­ra sul loro mon­do seg­re­to di dif­fi­coltà, dub­bi, pau­re, sper­anze… La chi­ave di ingres­so in questo mon­do era­no soprat­tut­to i col­lo­qui con don I e, più rara­mente, con don Ga e gli edu­ca­tori. Soprat­tut­to era fre­quente vedere nel cor­tile don I sedu­to su un tron­co a par­lare fit­to fit­to con qualche ragaz­zo. Il ritorno in cit­tà e alla vita di tut­ti i giorni por­ta­va, inevitabil­mente, a inter­rompere il “dis­cor­so” aper­to a Mon­t­ele­co. Per tale moti­vo si è sen­ti­ta la neces­sità di dare una con­ti­nu­ità a tale rap­por­to che potesse durare anche a dis­tan­za e durante tut­to l’anno.
E’ nato così il Tele­fono “Ami­co Seg­re­to”, come stru­men­to offer­to ai ragazzi per aprir­si in modo ris­er­va­to, spes­so anon­i­mo, sui prob­le­mi che mag­gior­mente li toc­ca­vano. Oltre a don Ga e don I il servizio era cura­to da “Agen­ti seg­reti”, per gran parte gio­vani che ave­vano trascor­so peri­o­di estivi a Mon­t­ele­co e ne ave­vano assor­bito il dis­cor­so educativo. 
ONDA RADIO 102
All’inizio degli anni ’70 un “Mon­t­elechi­no” di San Siro, Gior­gio Bal­di­ni, ha dato vita a una emit­tente da lui chia­ma­ta Onda Radio 102, che trasmet­te­va parzial­mente anche in dialet­to gen­ovese. In breve tem­po Onda Radio 102 ha avu­to un grande suc­ces­so di ascolti, soprat­tut­to tra i gio­vani. Per i rap­por­ti di ami­cizia affet­tu­osa con don Ga , Gior­gio Bal­di­ni ha offer­to al Movi­men­to Ragazzi l’opportunità di riv­ol­ger­si ai gio­vani con una ampia vari­età di rubriche: intrat­ten­i­men­to, appro­fondi­men­ti cul­tur­ali, con­fron­to di opin­ioni su prob­lem­atiche gio­vanili, mes­sag­gi educa­tivi. Ques­ta attiv­ità è dura­ta per alcu­ni anni e si è inter­rot­ta per la improvvisa e pre­matu­ra scom­parsa del suo ani­ma­tore, Gior­gio Baldini.

BOSCOMARENGO — 1984

l Rifor­ma­to­rio di edu­cazione cor­rezionale ebbe sede dal 1894 pres­so l’an­ti­co con­ven­to domeni­cano di San­ta Croce a Bosco Maren­go (Alessan­dria). Nel 1989 per­son­ale e detenu­ti ven­nero tut­ti trasfer­i­ti pres­so il carcere mino­rile di Torino.

Le vis­ite del Movi­men­to Ragazzi al rifor­ma­to­rio di Bosco­maren­go sono iniziate nel gen­naio 1984, quan­do il comune di Gen­o­va decise di pre­dis­porre una serie di inter­ven­ti volti a con­sen­tire il con­tat­to dei minori reclusi con altre per­sone che cos­ti­tuis­sero un momen­to di aggan­cio con la realtà esterna.
I pri­mi inter­ven­ti da parte del Movi­men­to Ragazzi han­no mira­to a rompere la dif­fi­den­za con cui la nos­tra pre­sen­za era sta­ta accol­ta all’interno del­la strut­tura. L’approfondimento del rap­por­to si è avu­to dap­pri­ma con alcu­ni ragazzi che scon­ta­vano una pena più lun­ga. Da allo­ra i rap­por­ti di col­lab­o­razione tra il MR e Bosco­maren­go sono con­tin­uati con fre­quen­za men­sile, esclu­so il peri­o­do esti­vo in cui alcu­ni dei ragazzi dimes­si dal rifor­ma­to­rio sono sta­ti ospi­tati a Monteleco.
A segui­to di queste vis­ite don Ga trae le seguen­ti impressioni:
La strut­tura appare a volte inadegua­ta a rispon­dere alle esi­gen­ze for­ma­tive dei gio­vani detenu­ti. La pos­si­bil­ità di un tirocinio lavo­ra­ti­vo al suo inter­no e il recu­pero sco­las­ti­co è affi­da­ta soltan­to all’opera di volon­tari. Per quan­to riguar­da il per­son­ale appare che l’attitudine e la disponi­bil­ità delle per­sone derivi più da una inizia­ti­va per­son­ale, piut­tosto che da un pro­gram­ma for­ma­ti­vo ded­i­ca­to. Da ulti­mo appare inadegua­to l’affiancamento dei minori una vol­ta dimes­si dal carcere.

DOPOSCUOLA

Il Doposcuo­la fonda­to nel 1984, è pen­sato a favore dei ragazzi più dis­agiati eco­nomi­ca­mente e cul­tural­mente che, incon­trati durante i mesi estivi a Mon­t­ele­co, non veni­vano di fat­to segui­ti durante i restanti peri­o­di dell’anno . Rifacen­dosi al pen­siero e alla espe­rien­za di don Milani, don Ga persegue il prog­et­to di offrire loro una for­mazione attra­ver­so il sosteg­no sco­las­ti­co. «Il “Prog­et­to doposcuo­la”, ideato da don Ga, è tes­ti­mo­ni­an­za del­la sua visione educa­ti­va. Con la creazione del doposcuo­la, infat­ti, si dis­cos­ta dal mod­el­lo sco­las­ti­co tradizionale per creare una realtà nuo­va che, man­te­nen­do il sosteg­no nel­lo stu­dio come pri­or­ità di base, sia sti­molante e arric­chente per i ragazzi. Il doposcuo­la , per­tan­to, non si ded­i­ca solo ai com­pi­ti da svol­gere, ma ad attiv­ità esterne quali vis­ite, a musei a chiese storiche, a fab­briche del ter­ri­to­rio e coin­volge i ragazzi in attiv­ità educa­tive come lab­o­ra­tori teatrali e musi­cali. Tut­tavia, il gio­co rap­p­re­sen­ta, sul­la base del­la espe­rien­za di Mon­t­ele­co, l’elemento for­ma­ti­vo inno­v­a­ti­vo: l’attività educa­ti­va-ludi­ca diviene lo stru­men­to per accedere al mon­do del­la cul­tura. Sebbene don Ga si tro­vi, a volte, a criti­care dura­mente il sis­tema sco­las­ti­co, trop­po spes­so inca­pace di pren­der­si cura dei sogget­ti più deboli, vede la neces­sità di costru­ire e man­tenere un legame pos­i­ti­vo con le isti­tuzioni sco­las­tiche, per lavo­rare in rete con scuole, Comune, servizi sociali e famiglie. Il doposcuo­la, nato gra­zie al volon­tari­a­to come tutte le attiv­ità svolte a Mon­t­ele­co, si tro­va ben presto ad avere un’alta richi­es­ta di iscrizioni da parte di ragazzi del cen­tro stori­co e zone lim­itrofe, con la con­seguente dif­fi­coltà a man­tenere con­tin­u­a­ti­va una real­iz­zazione solo sulle forze dei volon­tari stes­si. Si pone, allo­ra, il prob­le­ma di chiedere finanzi­a­men­ti al Comune per pot­er garan­tire una sta­bil­ità eco­nom­i­ca che con­sen­ta di assumere edu­ca­tori stipen­diati. Tali novità non las­ciano pri­vo di dub­bi don Gas­pare che, fino a quel momen­to, ha svolto ogni attiv­ità facen­do affi­da­men­to solo sul volon­tari­a­to. Dopo lun­ga rif­les­sione, egli decide di iniziare la col­lab­o­razione con il Comune, con­vin­tosi anche dell’utilità di esportare il pro­prio esem­pio ad altre realtà pre­sen­ti sul ter­ri­to­rio gen­ovese. Da quel momen­to, oltre agli obi­et­tori di coscien­za, il servizio del doposcuo­la è garan­ti­to nel­la con­ti­nu­ità e nel­la pro­fes­sion­al­ità da edu­ca­tori di ruo­lo. Una vol­ta trovatosi a dover ammin­is­trare fon­di pub­bli­ci, don Gas­pare si dimostra molto fis­cale ed esi­gente in fat­to di reso­con­ti e di spese: il sen­so di gius­tizia sociale lo por­ta a far si che nes­sun cen­tes­i­mo vada spre­ca­to o uti­liz­za­to in modo super­fi­ciale. I pri­mi risul­tati non sten­tano a venire nei risul­tati sco­las­ti­ci, nel rap­por­to con le isti­tuzioni comu­nali e sco­las­tiche ed, infine, nel legame umano cre­ato con le famiglie dei minori. Il prog­et­to Doposcuo­la è oper­a­ti­vo anco­ra oggi, ped­a­gogi­ca­mente adat­ta­to alla evoluzione dei tem­pi e svilup­pa­to gra­zie al nuo­vo stru­men­to cos­ti­tu­ito dal­la coop­er­a­ti­va sociale Il Sen­tiero del Movi­men­to Ragazzi, che, man­te­nen­do il val­ore dell’intuizione orig­i­nar­ia, si dimostra anco­ra oggi una delle realtà for­ma­tive più vivaci del­la nos­tra città.

Archivio: Movimento Ragazzi, le iniziative

Insieme per cantare”

Il Sentiero del Movimento Ragazzi

Il Sen­tiero del Movi­men­to Ragazzi è una coop­er­a­ti­va sociale cos­ti­tui­ta nell’anno 2000. Sca­tur­isce dall’esperienza del Movi­men­to Ragazzi e di Mon­t­ele­co, da cui mutua l’orientamento ped­a­gogi­co, basato sul­la cen­tral­ità dei ragazzi, coin­volti in pri­mo piano; sull’utilizzo del gio­co quale prezioso stru­men­to educa­ti­vo per impara­re a conoscere se stes­si e stare con gli altri; su uno stile educa­ti­vo basato sull’impegno sociale, l’uguaglianza, la fra­ter­nità, il rispet­to dei tem­pi dell’altro, il rispet­to del cre­ato. A questo si aggiunge l’impegno per la for­mazione al lavoro e all’imprenditoria sociale e la ricer­ca di oppor­tu­nità lavo­ra­tive per i giovani.

Il sen­tiero del MR fa pro­prie le parole di don Ga e si pro­pone come obi­et­ti­vo di “sco­prire il tesoro nascos­to nel cuore di ogni ragaz­zo”, per usare le parole dell’anima stor­i­ca del Movi­men­to Ragazzi don Gas­pare Canepa, ed in altre parole: offrire sosteg­no educa­ti­vo ai bam­bi­ni e allelo­ro­famiglie in un lun­go arco di tem­po (soprat­tut­to con i suoi servizi educa­tivi) e offrire oppor­tu­nità di cresci­ta ai gio­vani (soprat­tut­to con le sue pro­poste di Servizio Civile e for­mazione ped­a­gog­i­ca gra­zie allecol­lab­o­razioni con l’Università di Gen­o­va e di Firen­ze, ai prog­et­ti di Alter­nan­za Scuo­la Lavoro ed altri enti­di formazione).La coop­er­a­ti­va Il Sen­tiero è infat­ti dal 2003 Ente accred­i­ta­to pres­so il Min­is­tero dell’Interno per la real­iz­zazione di prog­et­ti di Servizio Civile Volon­tario Nazionale, con la speci­ficità pro­pria dell’Ente, cioè quel­la di essere ori­en­tati allafor­mazione di gio­vani che han­nouna sen­si­bil­ità educa­ti­va o inten­dono fare dell’educazione il loro impeg­no pro­fes­sion­ale. Inoltre la Coop­er­a­ti­va è stru­men­to del­la Dio­ce­si a dis­po­sizione del ter­ri­to­rio cit­tadi­no, e per questo è parte del­la Con­sul­ta dioce­sana minori e famiglie, Asso­ci­azione cos­ti­tui­ta da 14 enti, qua­si tut­ti Ordi­ni Reli­gio­sis­tori­ca­mente impeg­nati sul ter­ri­to­rio, nell’accoglienza e nell’educazione dei minori; per quel­lo che riguar­da le pro­prie modal­ità organizzative,e nell’individuazione dei for­n­i­tori e di col­lab­o­ra­tori esterni la Coop­er­a­ti­va siim­peg­na a com­piere scelte nel rispet­to dell’ambiente e del lavoro di rete con i servizi del ter­ri­to­rio e le realtàec­cle­siali e di volon­tari­a­to. Per la stes­sa scelta di restare a dis­po­sizione del ter­ri­to­rio e del­la dio­ce­si la Coop­er­a­ti­va ha costru­ito parte del­la for­mazione gen­erale pre­vista per i pro­pri prog­et­ti di servizio civile con­Car­i­tas dioce­sana, ma è anche parte del Cen­tro Servizi dei municipi cen­tro Est e cen­tro Ovest, con i quali con­di­vide i prog­et­ti educa­tivi sui minori