Cari amici del Movimento vi scrivo nel giorno dei Magi, l’Epifania manifestazione di Gesù a tutti i popoli. Beh insomma è un po’ la festa di Gaspare insomma!! Uno dei Magi. Che poi fossero tre lo raccontano i vangeli apocrifi. I Vangeli di Fede raccontano di “alcuni” magi da Oriente. Ancora una volta persone lontane di altre fedi intravedono una stella, un segno, intuiscono che qualcosa sta per accadere di importante per la propria vita. Un richiamo ancora una volta a camminare insieme anche con chi noi non reputiamo idonei alla fede. Ancora una volta il Sinodo e la sacra scrittura ci invitano ad ascoltare anche chi non crede o chi ha altre fedi. Chi ha nel cuore un sincero desiderio di “mettersi in gioco” di “mettersi in cammino”. Uscire dagli schemi, iniziare cose nuove. Per noi del movimento, certo, una cosa che da sempre attuiamo. Proprio questo fece don Ga. Fare rete con chi non crede come noi, lavorare per il bene comune insieme a persone che non sono “i nostri”. E’ questo il nostro modo di annunciare senza tanti discorsi. Questo i nostri educatori fanno ogni giorno. Far si che ognuno apra i propri scrigni, o per meglio dire lo scrigno del proprio cuore, e impari a donarli riconoscendo in ogni uomo la presenza dell’Assoluto. Un modo di lavorare di frontiera che ora la chiesa mette al centro.
Per noi è una grande responsabilità, perché anche per noi c’è il continuo rischio di fermarci, di chiuderci, di escludere, di contarci, di fermarsi nel “si è sempre fatto così” dimenticando che il Movimento nacque proprio per dire cose nuove del “si è sempre fatto così” che Genova imponeva, un po’ prigioniera del suo “maniman”; maniman i ragazzi che vivono con le ragazze chissà cosa succede; maniman che i nostri ragazzi incontrano quelli dei vicoli o delle periferie; maniman che un canto fatto un po’ più rapido del gregoriano fa perdere la spiritualità; maniman che ci sono altre religioni i nostri si perdono; maniman che se si lavora con le assistenti sociali perdiamo la nostra vocazione e il nostro “specifico” (ma quale sarà mai lo “specifico” di chi crede se non l’ostinazione nell’amore, l’immersione nello Spirito?); maniman che ci si confronta apertamente col modo di pensare di oggi e dei giovani ci lasciamo convincere..; maniman che se si usano le scienze umane dell’educazione si perde lo spirituale e via dicendo… se ne son sentite delle belle e magari fossero rimaste ferme ai tempi del secolo scorso…continuano a sentirsi e forti in giro. Così acculturati da diventare la chiesa del maniman e non la chiesa liberante di quelli che soffrono del maniman…
E’ un grande tesoro quello che noi abbiamo ricevuto dai nostri fondatori, coraggiosi capitani di rotte nuove. Dobbiamo ora metterlo a servizio di tutti. Può essere quel bel momento di crescita per noi. Proviamoci. Vi prometto che la prossima volta vi parlerò di un bel progetto regionale di attenzione della chiesa verso preadolescenti e adolescenti, nel quale vorremmo essere presenti come attori e trascinatori. Nel nome di Don Bosco, di don Minetti, di don Ga. Ma per fare ciò dovremo un po’, covid permettendo, serrare le fila, incontrarci e condividere il cammino.
E per finire alcune chicche da condividere. Essere rettore mi fa conoscere piccole cose che sono simpatiche e importanti.
Per esempio lo sapete che Papa Francesco tra le filastrocche ereditate dai suoi antenati genovesi quando era piccolo ricorda e canticchia “olidin olidin oliden sabu a camuggi dumenega a zena” ? Lo aspettiamo a Monteleco a cantare insieme il nostro inno!!!
Lo sapete che il nostro crocifisso nell’ultima guerra è stato bombardato ed è una delle opere superstiti dei conventi delle suore turchine rasi al suolo in centro durante i bombardamenti? Quel Crsito gronda dunque sangue vero, la sofferenza della guerra, la tristezza degli sfollati….. è un Cristo sfollato pure Lui. Pensiamo a questo mentre lo preghiamo affascinati…
Don Fully