Tutti fratelli

A Mon­t­ele­co l’enciclica di Papa Francesco cir­cola­va già a fine anni 60, clas­si­co esem­pio di pro­fezia….. ma a parte del­la “boutade” il mes­sag­gio di fra­ter­nità o sorel­lan­za come alcu­ni sim­pati­ci tipi scrivono era ben chiaro nel­lo spir­i­to e nei doc­u­men­ti del Con­cilio. “Le gioie e le sper­anze, le tris­tezze e le angosce degli uomi­ni d’og­gi, dei poveri soprat­tut­to e di tut­ti col­oro che sof­frono, sono pure le gioie e le sper­anze, le tris­tezze e le angosce dei dis­ce­poli di Cristo, e nul­la Vi è di gen­uina­mente umano che non tro­vi eco nel loro cuore.”

A Mon­t­ele­co ci pren­de­va­mo per mano alla pace can­tan­do “se tutte le ragazze del mon­do” o si ter­mi­na­va con “di che col­ore è la pelle di Dio” che ti imprimevano nel cuore questo slan­cio di fra­ter­ni­ta ver­so il mon­do intero e ver­so gli scar­tati del­la ter­ra. Ardi­men­ti litur­gi­ci poi affievoli­tisi per una impi­etosa osser­van­za litur­gi­ca ma che tut­tavia ben esprimevano l’essenza stes­sa del­la Eucares­tia dove la Paro­la, il Pane e la vita stes­sa con­di­visa era­no la fonte del­la fraternità.

La let­tera di Papa Francesco dunque riprende una cosa che pote­va apparire ovvia ma che rischi­a­va col pas­sare del tem­po di diventare cosa anti­ca o cosa data per asso­da­ta men­tre la realtà ci dice che non lo è affat­to. Rig­ur­gi­ti di razz­is­mo in ogni dove, divi­sione, odio sociale, chiusura delle fron­tiere e dei cuori, ricor­so sis­tem­ati­co alla vio­len­za di guer­ra, di scon­tro fisi­co, di urla, di parole. Il mon­do non ha dato sfog­gio del meglio di sé col pas­sare degli anni.

Così la let­tera di Francesco vuole essere sul­la fra­ter­nità e sull’amicizia sociale una paro­la forte che richia­ma i cre­den­ti alle loro radi­ci e i non cre­den­ti a una forte rif­les­sione. Il Papa, un vero gesui­ta “fur­bac­chione”, inizia dicen­do che la rif­les­sione gli è sta­ta sti­mo­la­ta, oltre che nat­u­ral­mente da San Francesco, che ci gui­da anche a una fra­ter­nità cos­mi­ca col cre­ato, dall’Imam Ahmad Al-Tayyeb col quale ha già scrit­to la dichiarazione con­giun­ta di fratel­lan­za uni­ver­sale tra cris­tiani e musul­mani. Lo dice così con “non scialan” (lo scri­vo in gen­ovese per­donino i france­si) come fos­se nor­male che un papa sia sti­mo­la­to da un Imam….

E’ uno scrit­to che anal­iz­za dap­pri­ma le ombre che si sten­dono sul mon­do “ten­den­ze del mon­do attuale che osta­colano lo svilup­po del­la fra­ter­nità uni­ver­sale”: la fine del­la saggez­za stor­i­ca (dimen­ti­care il pas­sato, abban­dono del­la Sto­ria); la cul­tura del­lo scar­to; dirit­ti umani non suf­fi­cien­te­mente uni­ver­sali; i con­flit­ti e le pau­re, glob­al­iz­zazione e pro­gres­so sen­za una rot­ta comune; pan­demie e altri fla­gel­li del­la sto­ria; dis­prez­zo del­la dig­nità alle fron­tiere; aggres­siv­ità sen­za pudore; infor­mazione sen­za saggez­za; sot­tomis­sioni e dis­prez­zo di sè.

Da qui Papa Francesco, fedele alla sua mis­sione di annun­cia­re il Van­ge­lo, anche se in un con­testo di let­tera aper­ta a tut­ti i pen­sieri e a tutte le reli­gioni, prende la parabo­la del buon Samar­i­tano ( Lc 10,25–37) come par­a­dig­ma di ciò che vuole dire. Questo Papa non man­ca mai di dire che Lui al Van­ge­lo si ispi­ra e non alla filosofia.

Da questo bra­no derivano tre atteggia­men­ti: pen­sare e gener­are un mon­do aper­to, aprire il cuore al mon­do intero, vivere la migliore polit­i­ca che deve essere la più alta for­ma di Amore.

Il Papa riflette poi sul dial­o­go e ami­cizia sociale ded­i­can­do un para­grafo intero alla gen­tilez­za come arma per smontare la cul­tura del­lo scon­tro attra­ver­so nuovi per­cor­si di incon­tro, dif­fonden­do la cul­tura del­la pace costru­i­ta a par­tire dagli ulti­mi, ali­men­tan­do il per­dono fat­to non di dimen­ti­canze (bel­lis­si­mo questo capi­to­lo dove dis­tingue il per­dono dal dimen­ti­care e fa del “fare memo­ria” la fonte del per­dono) e riflet­ten­do su due temi molto impor­tan­ti del­la dot­t­ri­na cat­toli­ca, la guer­ra , mai defini­ta gius­ta o inevitabile e la pena di morte, mai gius­ti­fi­ca­ta: due pas­si assai impor­tan­ti che dovran­no cam­biare assai la rif­les­sione cat­toli­ca su questi argo­men­ti. Chi­ude, infine, con un appel­lo alle reli­gioni non come fomen­ta­tri­ci di vio­len­ze, ma pro­motri­ci di pace e fratel­lan­za ripren­den­do la dichiarazione con­giun­ta cristiani-musulmani.

Insom­ma, cari ami­ci di Mon­t­ele­co, una let­tera fan­tas­ti­ca, un sog­no che don Ga ci ave­va già ben pre­fig­u­ra­to, una aper­tu­ra sen­za lim­i­ti. Gus­tat­evela ques­ta let­tera, scar­i­cat­evela, com­prat­evela o meglio anco­ra col­le­gat­e­vi a Don Mari­no via inter­net per­ché con Lui la leg­ger­e­mo insieme ogni mese. Il prossi­mo incon­tro sarà il 21 novembre.

A Mon­t­ele­co la fra­ter­nità i ragazzi la res­pi­ra­no, la vivono, in tut­ta la sua bellez­za e fat­i­ca. Ebbene si trat­ta come sem­pre di ren­der­la poi acces­si­bile e vivi­bile a casa, a Gen­o­va, nei luoghi di lavoro, nelle famiglie, nel­lo sport, nel­la cul­tura, negli incon­tri cam­min facendo………

E nat­u­ral­mente finis­co dicen­do che la let­tera è alta­mente spir­i­tuale, per­ché la vera fra­ter­nità è rad­i­ca­ta in Dio, ed è da Dio che Papa Francesco parte. Non date ret­ta ai detrat­tori di Papa Francesco; lo fan­no per scopi politi­ci e per non perdere poteri acquisi­ti. Chi ha un vero rap­por­to con Dio, una forte ami­cizia con Lui non può che dec­linare l’amore a Dio che non vede ver­so il fratello/sorella che vede.

Don Ful­ly