Il Covid, il mutare alcune tradizioni, non ci toglierà questa libertà che un bimbo ci porta

Il Natale 2020 si farà indub­bi­a­mente ricor­dare…. L’incertezza con cui lo affron­ti­amo anche sem­plice­mente sul da far­si nelle cose con­crete, i sen­ti­men­ti con­trastan­ti tra il vol­er­ci ripren­dere una pre­sup­pos­ta nor­mal­ità e l’essere sol­i­dali e pru­den­ti ver­so tut­ti col­oro che sono sta­ti pesan­te­mente toc­cati dal virus, le pre­oc­cu­pazioni ver­so gli anziani e i frag­ili in salute, lo scetti­cis­mo ver­so il futuro che molti promet­tono diver­so ma che pre­sen­ta seg­ni di antiche falle, la assen­za di con­tat­to umano che lamen­tano gli stu­den­ti e i gio­vani e che si estende anche all’interno delle famiglie, la stes­sa voglia di saltare diret­ta­mente al Natale 2021 per gettar­ci alle spalle questo bises­to e indi­gesto anno sono cose che lascer­an­no il seg­no per ren­dere questo un Natale da ricor­dare come il più ter­ri­bile degli ulti­mi decen­ni oppure siamo anco­ra in tem­po per ren­der­lo come il Natale che meglio di altri anni ci può far com­pren­dere il gri­do “Vi è nato un Sal­va­tore! Un bim­bo è nato per voi!”. Sì ci sen­ti­amo esseri “da sal­vare”!! Sal­vaci Sig­nore è il gri­do che quest’anno si alza dal Natale.

Mai come ora ci sen­ti­amo uni­ti in tut­to il mon­do nel­la nos­tra fragilità e nel nos­tro sen­tir­ci in balia di un pic­co­lo virus invis­i­bile. Mai come ora ci man­ca come l’aria il sog­no comune di una ter­ra che sia casa comune dove gli uomi­ni si pre­oc­cu­pano di aiu­tar­si gli uni gli altri piut­tosto che fab­bri­care stru­men­ti di morte o pen­sare di gareg­gia­re gli uni con­tro gli altri in una gara a elim­i­nazione. E’ una oppor­tu­nità che ci viene for­ni­ta, quel­la di riconoscer­ci anco­ra una vol­ta FRATELLI E SORELLE di quel pic­co­lo bam­bi­no ada­gia­to in un pos­to umile e pron­to per essere dona­to, “man­gia­to” per­ché depos­to in una mangiatoia.

Natale dunque sia met­tere al cen­tro del­la nos­tra vita e delle nos­tre cel­e­brazioni quel Bam­bi­no, pren­der­lo in brac­cio e las­cia­re che egli ci guar­di negli occhi con quel­lo stu­pore che solo i bam­bi­ni san­no fare, las­cia­re che ci accarezzi con le sue manine (ci dà una mano!!) le ganasce (guance per i non autoc­toni) e ci doni quel­la tenerez­za di cui abbi­amo bisog­no, scioglier­ci al suo sor­riso per sor­rid­er­gli a nos­tra vol­ta e final­mente fis­sar­lo negli occhi e ved­er­ci, lag­giù in fon­do alle pupille, gli occhi di ogni uomo e di ogni don­na. Pren­der­ci cura del suo cor­po che ha bisog­no di tut­to, di cibo, di liq­ui­di, di pulizia, di calore, per­ché è l’umanità il cor­po di Cristo. I poveri la sua carne. Ci sco­prire­mo for­ti e capaci di amare, si attiver­an­no in noi, per dono di quel bam­bi­no, i doni, sconosciu­ti a noi stes­si, che da sem­pre sono nascosti in noi. Quel bim­bo ci rende capaci di amare il mon­do intero che è la sua carne, il suo cor­po. Quel bim­bo entran­do in relazione con noi entra in relazione col mon­do intero e noi entran­do in relazione con lui entri­amo in relazione col mon­do intero. Liberi cioè capaci di amare, Salvati!!

Il covid, il mutare alcune tradizioni, non ci toglierà ques­ta lib­ertà che un bim­bo ci por­ta. E lo Spir­i­to ci indicherà come amare sen­za stan­car­si mai, sem­pre, con fan­ta­sia sem­pre cer­can­do il bene di tut­ti che mai è in con­trad­dizione col bene di uno.

Buon Natale a tutti!!!!

Don Ful­ly