IL TEMPO E’ SUPERIORE ALLO SPAZIO

Fra qualche giorno la dio­ce­si vivrà una gior­na­ta ded­i­ca­ta al Sin­o­do Gio­vani dove le nos­tre esperte Angela e Sara insieme al grup­po dei gio­vani sin­odale pro­por­ran­no a tut­ti gio­vani che vor­ran­no venire una stu­pen­da attiv­ità per “sognare” la chiesa del futuro.

Ver­rà chiesto loro di “costru­ire” let­teral­mente con del mate­ri­ale che dovrà essere guadag­na­to attra­ver­so giochi di movi­men­to, degli spazi che loro sog­nano di avere all’interno delle comu­nità eccle­siali, nat­u­ral­mente for­ma­to mod­el­li­no, con car­ton­ci­no, col­ori e mate­ri­ali vari.

Voi direte “che bravi rius­cite a intrat­tenere i ragazzi con dinamiche adat­te a loro!! Ma siete pro­prio forti”

Ma l’obiettivo non è solo quel­lo ben­sì qual­cosa di un po più pro­fon­do. Chi prog­et­ta uno spazio, chi pen­sa uno spazio ha dietro di sé un idea di che cosa desidera fare in quel­lo spazio, di come abitar­lo, di quali pri­or­ità c’è bisog­no. E da lì poi pen­sa e prog­et­ta. Perdere il sen­so di questo sig­nifi­ca tradire lo spazio stes­so. I nos­tri mille campet­ti di cal­cio , nati per incon­trare i ragazzi ‚divenu­ti posteg­gi a prez­zo calmier­a­to ma ben gra­di­to o ricer­cati e pro­fu­mata­mente pagati campi di cal­cet­to a cinque, sono lì a dimostrar­lo come i nos­tri cin­e­ma occu­pati da affol­late assem­blee con­do­miniali a cui per riscattare i pec­ca­ti di lite a oltran­za imponi­amo salate pen­iten­ze. Più spes­so poi capi­ta che a questi spazi per “evitare che si sporchi­no o vengano dis­trut­ti” ci si met­ta un bel luc­chet­to e si butti via la chiave.

E’ cer­to che nelle nos­tre comu­nità manchi­no spazi per i ragazzi, tut­ti lo notano, tut­ti lo dicono, ma soprat­tut­to man­cano appun­to idee o per meglio dire man­ca il sen­so di abitare quegli spazi. I gio­vani di spazi vuoti non se ne fan­no nul­la. I gio­vani desider­a­no essere i pro­tag­o­nisti di quel­li spazi. Papa Francesco ci dice che il tem­po è supe­ri­ore allo spazio. E allo­ra per­ché occu­par­ci pro­prio degli spazi? Per­ché è lì che avviene la relazione, l’incontro tra le per­sone, che rimane l’obiettivo prin­ci­pale. La Chiesa è fat­ta di pietre vive di cui alcu­ni spazi pos­sono essere seg­no, ma è bene che poi qual­cuno appun­to abiti quegli spazi.

Da qua fon­da­men­tale oltre che met­tere a dis­po­sizione gli spazi dei ragazzi e dei gio­vani sec­on­do le indi­cazioni del Papa nel­la Cristus Vivit

218. In questo quadro, nelle nos­tre isti­tuzioni dob­bi­amo offrire ai gio­vani luoghi appro­priati, che essi pos­sano gestire a loro piaci­men­to e dove pos­sano entrare e uscire lib­era­mente, luoghi che li accol­gano e dove pos­sano recar­si spon­tanea­mente e con fidu­cia per incon­trare altri gio­vani sia nei momen­ti di sof­feren­za o di noia, sia quan­do desider­a­no fes­teggia­re le loro gioie. Qual­cosa del genere han­no real­iz­za­to alcu­ni ora­tori e altri cen­tri gio­vanili, che in molti casi sono l’ambiente in cui i gio­vani vivono espe­rien­ze di ami­cizia e di innamora­men­to, dove si ritrovano, pos­sono con­di­videre musi­ca, attiv­ità ricre­ative, sport, e anche la rif­les­sione e la preghiera, con pic­coli sus­si­di e diverse pro­poste. In questo modo si fa stra­da quell’indispensabile annun­cio da per­sona a per­sona, che non può essere sos­ti­tu­ito da nes­suna risor­sa o strate­gia pastorale.

219. «L’amicizia e il con­fron­to, spes­so anche in grup­pi più o meno strut­turati, offre l’opportunità di raf­forzare com­pe­ten­ze sociali e relazion­ali in un con­testo in cui non si è val­u­tati e giu­di­cati. L’esperienza di grup­po cos­ti­tu­isce anche una grande risor­sa per la con­di­vi­sione del­la fede e per l’aiuto rec­i­pro­co nel­la tes­ti­mo­ni­an­za. I gio­vani sono capaci di guidare altri gio­vani e di vivere un vero apos­to­la­to in mez­zo ai pro­pri ami­ci».[115]

220. Questo non sig­nifi­ca che si isoli­no e per­dano ogni con­tat­to con le comu­nità par­roc­chiali, i movi­men­ti e le altre isti­tuzioni eccle­siali. Essi però si inseri­ran­no meglio in comu­nità aperte, vive nel­la fede, desiderose di irra­di­are Gesù Cristo, gioiose, libere, frater­ne e impeg­nate. Queste comu­nità pos­sono essere i canali in cui loro sentono che è pos­si­bile colti­vare relazioni preziose.

è for­mare edu­ca­tori e ani­ma­tori ugual­mente gio­vani e vici­ni all’età dei ragazzi che pos­sano accoglier­li sen­za trat­ten­er­li ma accom­pa­g­narli ver­so la stra­da del­la Vita.

In questo sen­so allo­ra il Tem­po è supe­ri­ore allo spazio. Il tem­po del dial­o­go, dell’incontro, del­la fes­ta, del­la relazione che abbisogna appun­to di tem­po per costru­ir­si. Allo­ra lo spazio diven­ta servizio al tem­po di Dio, al man­i­fes­tar­si del Reg­no nel tempo.

Noi spe­ri­amo nel­la pas­torale gio­vanile di iniziare un per­cor­so, mag­a­ri lento ma costante di aper­tu­ra di questi spazi, e di sosteg­no agli edu­ca­tori e alle par­roc­chie. E di sosteg­no a adul­ti che siano forse a servizio ma che non met­tano il naso nelle deci­sioni dei ragazzi; garan­ti di che non si vada fuori sem­i­na­to ma che guardano non torvi, pre­oc­cu­pati, ansiati, velenosi, mugugnoni ma con una seren­ità di amore e incoraggiamento.

Mon­t­ele­co docet. Libere repub­bliche dei ragazzi in ogni dove. Per crescere per­sone libere e respon­s­abili nel costru­ire un mon­do ispi­ra­to all’Amore e alla gius­tizia. E dove il Pres­i­dente è solo uno: Lui.

Don Ful­ly