Si alzò e andò in fretta

Il Papa ha scrit­to ai gio­vani una let­tera di con­vo­cazione per la GMG di Lis­bona del 2023 e ha pro­pos­to il Van­ge­lo di Luca 1,39 “Maria si alzò e andò in fret­ta” come spun­to med­i­ta­ti­vo. E’ il bra­no che segue l’annunciazione; l’Angelo ha appe­na det­to a Maria che sua cug­i­na Elis­a­bet­ta benché anziana era inc­in­ta, Maria allo­ra si alza e va in fretta,

Sen­ti­amo cosa dice il Papa

Maria si è las­ci­a­ta inter­pel­lare dal bisog­no del­la sua anziana cug­i­na. Non si è tira­ta indi­etro, non è rimas­ta indif­fer­ente. Ha pen­sato più agli altri che a sé stes­sa. E questo ha con­fer­i­to dinamis­mo ed entu­si­as­mo alla sua vita. Ognuno di voi può chieder­si: come reagis­co di fronte alle neces­sità che vedo intorno a me? Pen­so subito a una gius­ti­fi­cazione per dis­im­peg­n­ar­mi, oppure mi inter­es­so e mi ren­do disponi­bile? Cer­to, non potete risol­vere tut­ti i prob­le­mi del mon­do. Ma mag­a­ri potete iniziare da quel­li di chi vi sta più vici­no, dalle ques­tioni del vostro ter­ri­to­rio. Una vol­ta han­no det­to a Madre Tere­sa: “Quel­lo che lei fa è solo una goc­cia nell’oceano”. E lei ha rispos­to: “Ma se non lo faces­si, l’oceano avrebbe una goc­cia in meno”. 2 Davan­ti a un bisog­no con­cre­to e urgente, bisogna agire in fret­ta. Quante per­sone nel mon­do atten­dono una visi­ta di qual­cuno che si pren­da cura di loro! Quan­ti anziani, malati, carcerati, rifu­giati han­no bisog­no del nos­tro sguar­do com­pas­sionev­ole, del­la nos­tra visi­ta, di un fratel­lo o una sorel­la che oltrepas­si le bar­riere dell’indifferenza! Quali “frette” vi muovono, cari gio­vani? Che cosa vi fa sen­tire l’impellenza di muovervi,* tan­to da non rius­cire a stare fer­mi? Tan­ti – col­pi­ti da realtà come la pan­demia, la guer­ra, la migrazione forza­ta, la povertà, la vio­len­za, le calamità cli­matiche – si pon­gono la doman­da: per­ché mi accade questo? Per­ché pro­prio a me? Per­ché adesso? E allo­ra la doman­da cen­trale del­la nos­tra esisten­za è: per chi sono io?”

E Aggiunge:

La fret­ta buona ci spinge sem­pre ver­so l’alto e ver­so l’altro. C’è invece la fret­ta non buona, come per esem­pio quel­la che ci por­ta a vivere super­fi­cial­mente, a pren­dere tut­to alla leg­gera, sen­za impeg­no né atten­zione, sen­za parte­ci­pare vera­mente alle cose che fac­ciamo; la fret­ta di quan­do vivi­amo, stu­di­amo, lavo­riamo, fre­quen­ti­amo gli altri sen­za met­ter­ci la tes­ta e tan­to meno il cuore. Può suc­cedere nelle relazioni inter­per­son­ali: in famiglia, quan­do non ascolti­amo mai vera­mente gli altri e non dedichi­amo loro tem­po; nelle ami­cizie, quan­do ci aspet­ti­amo che un ami­co ci fac­cia diver­tire e rispon­da alle nos­tre esi­gen­ze, ma subito lo evi­ti­amo e andi­amo da un altro se vedi­amo che è in crisi e ha bisog­no di noi; e anche nelle relazioni affet­tive, tra fidan­za­ti, pochi han­no la pazien­za di conoscer­si e capir­si a fon­do. Questo stes­so atteggia­men­to pos­si­amo aver­lo a scuo­la, nel lavoro e in altri ambiti del­la vita quo­tid­i­ana. Ebbene, tutte queste cose vis­sute di fret­ta dif­fi­cil­mente porter­an­no frut­to. C’è il ris­chio che rimangano ster­ili. Così si legge nel libro dei Prover­bi: «I prog­et­ti di chi è dili­gente si risolvono in prof­it­to, ma chi ha trop­pa fret­ta – la fret­ta cat­ti­va – va ver­so l’indigenza» (21,5).”

Il Papa come sem­pre ci sti­mo­la e ci pone davan­ti a due frette: una buona e una meno buona. Facile dire: il mon­do di oggi va di fret­ta dob­bi­amo smet­tere di inseguir­lo. Quante volte sapete mi è venu­ta la ten­tazione. Dal dar via la macchi­na e la moto e dire “ora fac­cio ciò che si può”, al riti­rar­mi a vivere a Mon­t­ele­co e fare il par­ro­co di Moli­ni di Volt­ag­gio, così almeno si fan­no poche cose e bene. E vi garan­tis­co che il dub­bio me lo por­to den­tro. Ma poi arrivano le urgen­ze: le sca­den­ze di legge, “questo bam­bi­no sof­fre trop­po, sbarel­la a scuo­la, è sem­pre per stra­da che ne fac­ciamo?” “quest’altro si è chiu­so in cam­era davan­ti a un com­put­er, chi lo tira fuori?” La vita ci tira den­tro da mille par­ti e a volte non c’è tem­po, c’è urgen­za, ci vuole fret­ta nel risol­vere le ques­tioni. A volte è pro­prio ques­tione di tem­po, di atti­mi, di ore, di giorni.

Gesù non ave­va per sé un momen­to nel­la gior­na­ta, eppure ogni tan­to anda­va e si fer­ma­va in silen­zio in preghiera: “tut­ti ti cer­cano!” esplode­va la fret­ta degli apos­toli qua­si rimproverandolo.

Anche noi nel Movi­men­to ci bar­ca­me­ni­amo tra fret­ta e tra lentez­za più sana e umana. A Mon­t­ele­co urge questo , urge quel­lo!! Poi è arriva­to il covid e ci siamo fer­mati. Eppure…… la bol­let­ta del­la luce arri­va, le norme van rispet­tate, i grup­pi chiedono , l’estate 2023 è già alle porte!! Oh vin­ces­si­mo il superenalotto!!

La chiesa ha bisog­no di riforme e in fret­ta. Ma poi la gat­ta fret­tolosa par­torisce gat­ti­ni ciechi che non capis­cono dove andare. Cosa occorre cam­biare? E se riman­di­amo sem­pre il cam­bi­a­men­to non è fare muro di gom­ma, oceano di neb­bie nel quale dis­perdere tut­to? LA chiesa va lenta ma non rischia di essere fuori dal mon­do? Chi strap­pa e chi cuce. Guar­da­vo le immag­i­ni del Papa in Bahrein e noi qua a dis­cutere se dob­bi­amo andare noi ai vic­ariati o i vic­ariati devono venire a noi. C’è un abis­so fra chi vola in fret­ta e chi si arra­bat­ta in prob­le­mi inesisten­ti. Ma lui va lento o veloce? Non sare­mo noi che rispon­di­amo solo alle frette di ogni giorno e per­diamo di vista l’insieme?

Va bene cari ami­ci. Oggi vi ho sem­i­na­to dub­bi atro­ci. Ma pen­so siano dub­bi bel­li che devono inter­rog­a­r­ci per non con­tin­uare a dormire son­ni tran­quil­li che ci impedis­cono di ALZARSI o a sbat­ter­ci in mille direzioni sen­za rag­giun­gere le per­sone da amare.

*L’impellenza di essere Movi­men­to ver­rebbe da dire che il Papa ci benedica!!!!

Don Ful­ly