Don Fully commenta
Buona fine anno a tutti quanti e buon inizio 2020. Quanti pensieri di grazie e quanti sogni, imitando il buon San Giuseppe sognatore.
Nel 2019 Papa Francesco ci ha lasciato una provocazione educativa molto speciale nel giorno della santa Famiglia. Preoccupazione, sfida con la quale noi educatori ci confrontiamo ogni giorno al nostro centro del Movimento Ragazzi e in egual misura noi professori alle scuole secondarie, e, oramai anche primarie.Ha detto con molta semplicità parlando della Famiglia “Quando siete a tavola spegnete i telefonini; parlate tra di voi, non state in silenzio come foste a messa, guardando i telefonini…. Siate famiglie che comunicano…”
Non ha bisogno di molte spiegazioni questa semplice, chiara indicazione di Papa Francesco. Forse a Monteleco i ragazzi si trovano così bene perché il telefonino non prende e poi sono custoditi in cassaforte…. Usati solo nel momento di chiamare casa…. Mi capite cari amici che il tema è molto vasto: l’educazione e i social media; l’educazione ai social media…..
Non basterebbero enciclopedie (che non esistono più…) a parlare di questo tema che per noi adulti è sorprendente e ci sorprende impreparati perché anche noi di fronte alla tecnologia e ai social siamo come i bambini; siamo stati sorpresi e siamo ancora a bocca aperta, affascinati, attratti molto più che i ragazzi verso questi mezzi. Li stramalediciamo, li insultiamo ma ne siamo fatalmente attratti e ci sentiamo tagliati fuori se non impariamo a usarli. Non abbiamo esperienza da trasmettere, stiamo navigando a vista insieme ai nostri figli e nipoti…. non ne sappiamo nulla! Per questo ancora siamo così impreparati. Pronti a dare ordini, regole che noi non rispettiamo affatto, presi e affascinati dai modelli sempre più nuovi e tutti presi a imparare in maniera assetata le nuove possibilità che un telefonino offre. Perché l’offerta è quella dell’onniscienza; col telefonino si può tutto. Persino le banche ti dicono che ora potrai fare tutto con questa specie di propaggine della nostra mano. Abbiamo spostato la comunicazione dal cuore all’orecchio e alla vista. Il tema è grosso, lo capite. Dai problemi pratici (ma a che età devo dare il cellulare al figlio?) a quelli legali (cyber bullismo e privacy che oramai è una chimera che ossessiona ma che non fa altro che intortigliare le cose) a quelli medici (vista, postura, ossessioni, psichiatria..) a quelli internazionali (questione di rete 5G , spionaggio passaggio dati) a quelli ecologici (smaltimento, durata, costruzione) che si trascinano dietro vere e proprie guerre predatorie per avere il materiale per costruirli. Basta vedere il sud del mondo dove fogne, acqua potabile, dimora, salute, igiene lavoro, diritti mancano ma a nessuno manca un cellulare che rimane spesso l’unica richiesta di fronte a tutto il resto….
Che cosa ci stanno preparando? Che razza di trappola stanno scavando intorno alla nostra libertà e autonomia? E’ possibile usare questo strumento a esserne padroni o dobbiamo abdicare? Le questioni non sono poche… Noi spesso ne parliamo tra noi educatori…. alcune serate di formazione sono state fatte, alcune linee prese, ma siamo solo all’inizio perché, cari amici il problema non sono i ragazzi, siamo noi………. Troppo innamorati ancora di questa tecnologia che ci strabilia, ci fa sentire potenti e ci impedisce di valutarne con serenità opportunità e limiti, pericoli e vantaggi. Loro, i ragazzi ci sono immersi e non hanno nessuno che li guidi con esperienza, che insegni, trasmetta buone pratiche, hanno solo squali che cercano danaro e potere.
Come vedete il Papa è sempre troppo avanti….