100 Anni di Don Minetti: chi era costui?

I mon­t­ele­chi­ni doc sicu­ra­mente avran­no sen­ti­to par­lare del fan­tomati­co ISTITUTO CATECHISTICO DON MINETTI, for­ma giuridi­ca di Fon­dazione di Reli­gione, sot­to la quale vive Mon­t­ele­co e persi­no lo stes­so Movi­men­to Ragazzi, ragion per cui sono state cos­ti­tu­ite 25 anni fa la coop­er­a­ti­va IL SENTIERO DEL MOVIMENTO RAGAZZI e più recen­te­mente le forme asso­cia­tive, ulti­ma delle quali, “I RAGAZZI DI MONTELECO”.

Vi con­fi­do che all’inizio del mio servizio, quan­do vidi questo fan­tomati­co ISTITUTO CATECHISTICO DON MINETTI, ci rimasi assai per­p­lesso, spe­cial­mente leggen­do il suo statu­to, data­to 1938 e fir­ma­to dall’allora “Cav­a­liere d’Italia”, pro­prio Lui, lui, lui!!!

Essere l’assistente di un robo fir­ma­to da “lui, lui, lui” non mi piace­va molto. Poi un giorno, non so chi, mi regalò, o forse lo trovai in giro, un libro di Don Durante del 1960 inti­to­la­to “Un don Bosco in miniatu­ra – DON VINCENZO MINETTI”. Lo lessi di cor­sa e ammet­to che vi trovai quel filo rosso del Sig­nore e del­la sua provvi­den­za che scrive su righe storte. Poi, anni dopo, quan­do diven­ni par­ro­co del­la Provvi­den­za incon­trai la Sig­no­ra Sil­via Rina del 1933; mi prese in sim­pa­tia grande e poi capii per­ché. Mi regalò un libro del 1940 di Umber­to Mon­ti “Pre’ Minet­ti – un edu­ca­tore da ricor­dare” . anche questo divo­ra­to e la con­fer­ma che la Dio­ce­si ave­va vis­to bene a inti­to­lare le sue case a questo prete di Cer­tosa anche se nato a Sampier­dare­na nel 1856 e mor­to 100 anni fa nel 1935. E ora capirete per­ché e cosa c’entra lui con Don Ga e tut­ti noi. La Sig­no­ra Sil­via mi ha las­ci­a­to anche una foto dove si vede lei e la sua marea di fratel­li, una famiglia delle tante dell’epoca non cer­ta­mente in agio e che a Don Minet­ti ave­va affida­to i suoi ragazzi. Lei era prati­ca­mente l’ultima e se conobbe diret­ta­mente don Minet­ti non lo ricor­da­va. Sco­prii che con un salto di solo una per­sona ave­vo già incon­tra­to diret­ta­mente don Minet­ti!! E pazien­za se all’epoca in cui fon­darono la Fon­dazione di Reli­gione (prob­a­bil­mente pro­prio per non cadere nelle mani del fas­cio) era fir­ma­ta pro­prio da “ello”.

E allo­ra: Don Minet­ti nasce nel 1856 alla Cel­la di Sampier­dare­na, da emi­granti di Ova­da, fer­rovieri. La mam­ma era sorel­la di un padre di San Fil­ip­po (e qui ci ricol­leghi­amo a don Ga e don I e all’attuale col­lab­o­razione con Padre Decaroli). Presto va alla Cer­tosa per pas­sare poi agli Arti­gianel­li fon­dati da Don Francesco Mon­te­bruno (Mon­te­bruno ….. qual­cuno sa come si chia­ma l’asilo Oasis in Albaro tenu­to dal­la nos­tra coop­er­a­ti­va? ….. Mon­te­bruno …… tut­to ha un filo…) Minet­ti Vin­cen­zo diven­ta dunque inseg­nante, mae­stro per la pre­ci­sione e nel 1880 è mae­stro nelle civiche scuole di Gen­o­va (civiche ….. che ci sia sot­to l’indicazione di una vocazione futu­ra del Movi­men­to a col­lab­o­rare con le scuole “civiche”?) E ci rimane per 40 anni!!

Nel frat­tem­po fre­quen­ta l’Azione Cat­toli­ca e fon­da la Soci­età Opera­ia Cat­toli­ca del­la Cer­tosa; buon attore si pre­mu­ra di inscenare opere; è un buon cat­e­chista e forse questo gli fa balenare in tes­ta un’idea: non potrei divenire “sac­er­dote”?… come si dice­va allora….

Nel 1886, 14 Mar­zo, prese la deci­sione di andare da Don Bosco. Don Bosco ha fonda­to l’oratorio di Sampier­dare­na e spes­so veni­va a vis­itare la sua crea­tu­ra. Vin­cen­zo Minet­ti andò, espose al san­to i suoi dub­bi e le sue sper­anze, don Bosco gli chiese “per­ché vuol far­si prete?” “per­ché così potrei atten­dere meglio e con più effi­ca­cia all’insegnamento del­la dot­t­ri­na cris­tiana”. Lin­guag­gio d’altri tem­pi nat­u­ral­mente ma il deside­rio di annun­cia­re il Van­ge­lo traspare. Don Bosco gli pose una mano sul­la spal­la e disse “Si fac­cia prete allora!”

Iniz­iò gli stu­di e nel 1889 venne ordi­na­to sac­er­dote. Fu da subito evi­dente la sua inten­zione di dedi­car­si ai gio­vani. Fon­da la pic­co­la con­gregazione degli operai di San Giuseppe. Gli “operai” era­no i cat­e­chisti che FORMAVA per­ché fos­sero capaci a “inseg­nare”. E pure qua ….. for­ma­tore di for­ma­tori!! E ben presto ….. “rac­coglie­va nel suo cor­tile i fan­ci­ul­li delle scuole pub­bliche che ne avessero fat­ta doman­da; dopo una mezz’ora di ricreazione era­no avviati per clas­si nelle aule dove gli inseg­nan­ti per un quar­to d’ora spie­ga­vano il cat­e­chis­mo e poi assis­te­vano i ragazzi nel­lo svol­gi­men­to dei loro com­pi­ti, dis­tribuen­do loro gra­tuita­mente penne, copie e quaderni.” Inutile dire che si riv­ol­ge­va soprat­tut­to ai poveri che non ave­vano altro …. Cosa ne dite cari mon­t­ele­chi­ni? Questo face­va il doposcuo­la già nel 1890 ….. pri­ma del Genoa!!

Si rac­con­ta nel libro delle attiv­ità estive di “ripe­tizioni” ( A Cuba anco­ra oggi si par­la di “repa­so”); delle gite alla Madon­na del Guardia, al Gar­bo, alla Madon­net­ta, a Coro­na­ta, Gaz­zo, Acquas­an­ta….; del­la sua opera grafi­ca di stampe illus­trate per il cat­e­chis­mo dif­fuse in tut­ta Italia (uso delle immag­i­ni…); fondò anche soci­età gin­niche a San Teodoro; la sua opera davvero si espanse in tut­ta la Valpol­cev­era , Sampier­dare­na, Lagac­cio; fondò e iniz­iò a costru­ire la chiesa del Borghet­to; dopo la grande guer­ra si dedicò agli orfanel­li col “Patrona­to di San Giuseppe” apren­do una tipografia e una faleg­name­ria per dar lavoro ai ragazzi che durarono però poco. Il tut­to nat­u­ral­mente andan­do a chiedere “benef­i­cen­za” a chi pote­va sen­za altri fon­di. Altri tem­pi. Basti pen­sare che inseg­nò alle ele­men­tari come prete, pur essendo la scuo­la laica e sen­za pos­si­bil­ità di fare lì cat­e­chis­mo. Eppure, il Comune lo pre­miò ai 40 anni di insegnamento.

Don Minet­ti andò incon­tro anche a un grande fal­li­men­to. A 70 anni iniz­iò a cer­care come tutte queste opere avreb­bero potu­to andare avan­ti. Cer­cò nei Sale­siani, in don Ori­one ma non si dimostrarono inter­es­sati; si affidò a una soci­età di Milano che in quat­tro e quattr’otto fal­lì, dopo aver­lo estromes­so dal­la opera; fu manda­to a Roma quat­tro anni. Ritornò e ci fu di mez­zo persi­no il tri­bunale. Ma ora­mai Don Minet­ti era anziano e mala­to. Volò in cielo nel 1935.

Un prete dona­to com­ple­ta­mente ai ragazzi, ai poveri, all’educazione. Capite bene che allo­ra chia­mar­ci don Minet­ti ci è meno indi­gesto. E poi ci sen­ti­amo così parte di una larga sto­ria che da Don Bosco arri­va diret­ta­mente a noi: una sto­ria di fede, di bene, di idee, di avven­ture tutte tese a far si che i nos­tri ragazzi cres­cano bene e fac­ciano del­la loro vita un capolavoro.

Gra­zie Sig­nore per­ché ci accom­pa­g­ni sem­pre e ci chi­a­mi a essere operai del­la tua vigna. Operai di San Giuseppe o di Don Ga e don I non impor­ta sem­pre san­ti sono e alcu­ni del­la por­ta accan­to … par­don del­la colo­nia accanto.

Don Ful­ly