La pace di Gesù passa attraverso le ferite. La “pace” di Gesù non è la pace del mondo. Gesù non intendeva la pace in termini quietistici, la “pace del divano”, ma piuttosto una “pace che impegna” (beati gli operatori di pace), né la “pace del dittatore”, tutti uguali, sottomessi, ma una “pace che libera” (la verità vi farà liberi), né, infine, la “pace del cimitero”, ma è venuto a portare la vita: io sono la resurrezione e la vita). È una “pace pasquale” (mostrò loro le mani e il costato). Le ferite che Gesù fa vedere agli apostoli la sera di Pasqua sono il simbolo della sua pace. Per insegnarci il suo stile di pace Gesù-Dio va a cercare le ferite nei malati, nei peccatori. Ci passa in mezzo, altrimenti la pace è finta. E consiglia addirittura la “spada”, come strumento di pace, per tagliare via dal cuore l’egoismo: è la pace attiva degli operatori di pace che non accettano tutto, una pace che crea l’inquietudine per la giustizia, per la libertà, per la verità, altrimenti è la pace del mondo.
3.Sono i suoi discepoli, siamo noi, a dover completare la sua opera. “Date loro voi stessi da mangiare”: la pace passa attraverso le ferite, la fame, la sete, la nudità, il carcere, l’estraneità, la malattia. E sono queste le “domande di esame” che il Figlio dell’uomo ci farà: “Ho avuto fame, ho avuto sete, ero povero. ero malato, ero straniero, carcerato, mi hai accolto? Sono queste le grandi ferite dell’umanità attraverso le quali passa la pace.
Gesù è vivo e il Regno è già qui. “Non state col naso all’insù” aspettando grandi cose. Il Regno di Dio sta crescendo dal basso e lo Spirito soffia. Guardate quello che già è piantato. Cercate il tesoro, il granello di senape…. Questo è lo stile della pace, così si è operatori di pace, oggi: favorire la crescita di tutti i semi di bene che ci sono nella storia. E non da soli, ma come popolo di Dio, convocati, discepoli accorpati, attraverso i sacramenti nel corpo di Cristo che è la Chiesa. Siamo membra di un unico corpo: noi siamo dentro a Cristo nostra pace, come parte di Lui, siamo sue membra e Lui ci dà l’energia per essere operatori di pace, a cominciare dalle cose piccole. “Non guardate il cielo”, ci ha detto, “guardate dentro, curate le relazioni, cercate le ferite”. Questo è il suo stile di pace.
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