Notizie dalla Diocesi — (sintesi relazione ai 5 sabati di mons Erio Castellucci, 22 novembre)

La pace di Gesù pas­sa attra­ver­so le ferite. La “pace” di Gesù non è la pace del mon­do. Gesù non inten­de­va la pace in ter­mi­ni qui­etis­ti­ci, la “pace del divano”, ma piut­tosto una “pace che impeg­na” (beati gli oper­a­tori di pace), né la “pace del dit­ta­tore”, tut­ti uguali, sot­tomes­si, ma una “pace che lib­era” (la ver­ità vi farà liberi), né, infine, la “pace del cimitero”, ma è venu­to a portare la vita: io sono la res­ur­rezione e la vita). È una “pace pasquale” (mostrò loro le mani e il costa­to). Le ferite che Gesù fa vedere agli apos­toli la sera di Pasqua sono il sim­bo­lo del­la sua pace. Per inseg­nar­ci il suo stile di pace Gesù-Dio va a cer­care le ferite nei malati, nei pec­ca­tori. Ci pas­sa in mez­zo, altri­men­ti la pace è fin­ta. E con­siglia addirit­tura la “spa­da”, come stru­men­to di pace, per tagliare via dal cuore l’e­go­is­mo: è la pace atti­va degli oper­a­tori di pace che non accettano tut­to, una pace che crea l’in­qui­etu­dine per la gius­tizia, per la lib­ertà, per la ver­ità, altri­men­ti è la pace del mondo.

3.Sono i suoi dis­ce­poli, siamo noi, a dover com­pletare la sua opera. “Date loro voi stes­si da man­gia­re”: la pace pas­sa attra­ver­so le ferite, la fame, la sete, la nudità, il carcere, l’estraneità, la malat­tia. E sono queste le “domande di esame” che il Figlio dell’uomo ci farà: “Ho avu­to fame, ho avu­to sete, ero povero. ero mala­to, ero straniero, carcer­a­to, mi hai accolto? Sono queste le gran­di ferite del­l’u­man­ità attra­ver­so le quali pas­sa la pace.

Gesù è vivo e il Reg­no è già qui. “Non state col naso all’in­sù” aspet­tan­do gran­di cose. Il Reg­no di Dio sta crescen­do dal bas­so e lo Spir­i­to sof­fia. Guar­date quel­lo che già è pianta­to. Cer­cate il tesoro, il granel­lo di senape…. Questo è lo stile del­la pace, così si è oper­a­tori di pace, oggi: favorire la cresci­ta di tut­ti i semi di bene che ci sono nel­la sto­ria. E non da soli, ma come popo­lo di Dio, con­vo­cati, dis­ce­poli accor­pati, attra­ver­so i sacra­men­ti nel cor­po di Cristo che è la Chiesa. Siamo mem­bra di un uni­co cor­po: noi siamo den­tro a Cristo nos­tra pace, come parte di Lui, siamo sue mem­bra e Lui ci dà l’en­er­gia per essere oper­a­tori di pace, a com­in­cia­re dalle cose pic­cole. “Non guar­date il cielo”, ci ha det­to, “guar­date den­tro, curate le relazioni, cer­cate le ferite”. Questo è il suo stile di pace.

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